Uno studio di CVE Details sfata (per l’ennesima volta) il mito della sicurezza dei prodotti della Mela, dal computer allo smartphone
L’ennesima conferma che al giorno d’oggi non esistono ecosistemi informatici totalmente sicuri arriva da CVE Details. Il team del sito, un punto di incontro essenziale per chi si occupa di sicurezza informatica, ha condotto una ricerca con l’obiettivo di mettere in luce i software più vulnerabili del 2015. Non si tratta di una lista dei sistemi operativi e software più violati da hacker o criminali informatici ma di quelli che, in teoria, avrebbero potuto esserlo per colpa di bug e falle accessibili a terzi.
La classifica
E così se è abbastanza ovvio che tra i primi tre ci sia Flash Player di Adobe, con 314 vulnerabilità, fa più notizia che in testa si piazzi Mac OS X con 384 falle, davanti ad iOS (iPhone) con 375. Il valore della lista stilata da CVE Details è più che attendibile: le fonti sono i bollettini di sicurezza rilasciati dalle agenzie specializzate, produttori di antivirus, ricercatori indipendenti e gli stessi sviluppatori di applicazioni che scovano i bug durante il loro lavoro. Notevole il trend assunto da Microsoft che negli ultimi 12 mesi ha lavorato parecchio per chiudere i problemi dei propri prodotti. Così Internet Explorer si piazza in settima posizione, Windows Server 2012 scende alla decima e Windows 8.1 alla dodicesima. L’ultimo arrivato, Windows 10, è alla numero 35 con 53 vulnerabilità segnalate sin dalla data di pubblicazione in estate. Una posizione in più di Watch OS, ancora un prodotto Apple nella lista in cui nessuno vorrebbe essere.