Facebook ha bandito su tutti i suoi servizi ogni accenno a Tsu.co, il social network che paga gli utenti, per bloccare lo spam
In natura pesce grande mangia pesce piccolo e questa legge vale anche nel mondo dei social network. Da fine settembre Facebook ha ufficialmente dichiarato guerra a Tsu.co, una piattaforma di condivisione che destina il 90% delle entrate pubblicitarie ai suoi utenti. Qualsiasi riferimento a questo social network è vietato su qualsiasi servizio legato a Facebook (Messenger, Instagram e WhatsApp).
Tsu.co paga i suoi utenti a seconda di quanti post pubblicano, quanti contatti e il numero di commenti e condivisioni che ottengono dai propri contenuti. Al fine di aumentare i propri introiti molti iscritti alla piattaforma hanno pubblicizzato le loro attività su Facebook e Twitter. Ogni giorno circa 2.500 utenti accedevano a Tsu.co direttamente dalla piattaforma di Menlo Park. Il servizio ideato da Mark Zuckerberg, che recentemente da uomo d’affari si è trasformato in filantropo, ha quindi cancellato oltre 1 milione di post legati a Tsu.co e impedisce ogni riferimento al social network anche nei messaggi privati. Chi prova a scrivere il nome della piattaforma riceverà infatti un alert in cui si avverte che si tratta di spam.
Tsu.co ha risposto a questa iniziativa di Facebook sottolineando che non ha mai spinto i suoi utenti a spammare i contenuti sul social network rivale e che non ha violato nessuna delle sue policy d’uso.