XENON1T è un esperimento condotto presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN per indagare sulla composizione della materia oscura
La materia oscura è molto più abbondante nell’Universo rispetto alla materia ma ancora fatichiamo a individuarla e soprattutto non sappiamo di cosa è composta. Al momento l’unica cosa certa è che queste sfuggenti particelle con carica opposta rispetto a quelle con cui interagiamo normalmente non emettono né assorbono la luce. Anche il CERN sta studiando la materia oscura ma per venire definitivamente a capo di questo mistero 21 gruppi di ricerca di tutto il mondo si sono riuniti presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS) dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) per condurre l’esperimento XENON1T.
L’obiettivo della ricerca è quello di catturare la materia oscura con nuovi apparecchiature più sensibili. “Per vedere le rare interazioni delle particelle di materia oscura con un rivelatore, è necessario costruire uno strumento con una grande massa e una radioattività estremamente bassa – ha spiegato Elena Aprile, della Columbia University di New York e numero uno dell’equipe internazionale.
Si stima che ogni secondo 100mila particelle di antimateria attraversano una superficie pari a quella di un’unghia ma al momento è quasi impossibile intercettare le interazioni fra la materia e la sua controparte. XENON1T è composto da un rilevatore di particelle raffreddato a -95 c° grazie all’utilizzo di 3.500 kg dell’omonimo gas nobile in forma liquida. Sfruttando i 1.400 metri di roccia del Gran Sasso, che garantiscono un perfetto isolamento dai raggi cosmici, gli 84 fotomoltiplicatori di cui è dotato il sistema sono in grado di analizzare il passaggio dell’antimateria per scoprire la sua natura. XENON1T partirà ufficialmente entro la fine dell’anno e raccoglierà dati sulla materia oscura per i prossimi 3 anni. I ricercatori stanno comunque già lavorando a una fase successiva dell’esperimento che prevede l’utilizzo di apparecchiatura ancora più potenti.