Dal rabarbaro è stata creata una batteria che potrebbe rivelarsi una delle invenzioni più importanti del terzo millennio, nell’ambito delle energie rinnovabili
La tecnologia va sempre più nella direzione di abbandonare la rete elettrica per utilizzare le cosiddette energie rinnovabili. Se negli ultimi tempi si sono moltiplicati gli sforzi della ricerca volti a migliorare la durata delle batterie, gli studiosi dell’Università di Tor Vergata e della Fondazione Bruno Kessler di Trento hanno sviluppato un accumulatore che punta a superare i limiti delle rinnovabili, immagazzinando energia per poterla usare quando necessario.
Una sfida che guarda al futuro
Uno sguardo al futuro, dunque, in questa curiosa quanto geniale invenzione. Una sfida che punta tutto sullo sfruttamento di una molecola prodotta dalle piante durante la fotosintesi, detta chinone, facilmente estraibile dal rabarbaro. La biologa Adele Vitale ritiene che uno dei problemi delle fonti rinnovabili sia proprio la possibilità di accumulare energia, che non può essere prodotta costantemente in caso di mancanza di vento o di sole, mentre in altri momenti invece si verifica una produzione eccessiva.
Chissà se questa invenzione riuscirà a raggiungere il traguardo che i ricercatori si sono prefissati, segnando così una svolta storica in questo ambito.