Il Garante della privacy del Belgio accusa Facebook di utilizzare senza consenso i cookies per raccogliere dati sugli utenti a scopo pubblicitario
Lo scandalo Datagate che ha coinvolto l’intelligence statunitense ha portato alla luce il problema della protezione della privacy online. Le rivelazioni di Edward Snowden sembravano aver scoperchiato la trama dello spionaggio digitale ma in Belgio alcuni sono convinti che non è solo la NSA a violare l’intimità dei cittadini. La Commission de la Protection de la Vie Privée (CPVP), ovvero il garante della privacy locale, ha accusato Facebook di utilizzare impropriamente i cookies per tracciare le attività degli utenti a loro insaputa. Oggi il caso è arrivato nelle aule di tribunale.
Il Garante belga: “Facebook spia gli utenti a scopo pubblicitario”
“Quando si è saputo che la NSA stava spiando le persone di tutto il mondo, tutti sono rimasti sconvolti: Facebook sta facendo la stessa identica cosa, ma in un modo diverso”, ha dichiarato in tribunale l’avvocato che rappresenta la CPVP. Il social di Menlo Park ha rilasciato qualche mese fa nuove policy in materia di privacy che gli consentono di rastrellare i dati degli utenti anche utilizzando senza consenso esplicito dell’utente appositi plugin. Il Garante della privacy ha quindi chiesto al giudice di “non farsi intimorire” e pretende che Facebook si adegui alla normativa locale sulla privacy.
Facebook, che, ha ribadito che le sue policy rispettano le leggi irlandesi in materia (Il social network ha la sua sede fiscale europea a Dublino) e ha sottolineato che il sistema di raccolti dati è utilizzato per proteggere gli utenti da “spam, malware e da altri tipi di attacchi”.