Stephen Hawking e un magnate russo a caccia di alieni

Stephen Hawking alla ricerca di alieni

Breakthrough Listen è un progetto milionario che grazie alla collaborazione di celebri scienziati si pone l’obiettivo di trovare gli alieni 

Da tempo immemore l’uomo si chiede se ci sia vita oltre la Terra ma la risposta a questa domanda non è stata ancora trovata. La sonda della NASA Curiosity sta scandagliando la superficie di Marte alla ricerca di organismi biologici ma le prove vere e proprie della loro esistenza latitano. Il miliardario russo Yuri Milner ha quindi deciso di dare una forte spinta all’esplorazione dello spazio nell’ottica della ricerca degli extraterrestri con il progetto Breakthrough Listen e per farlo ha assoldato numerosi scienziati di fama mondiale.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Un investimento di 100 mln per trovare gli alieni

Breakthrough Listen prevede un investimento di 100 milioni di dollari in 10 anni per affittare due grandi radiotelescopi (Il Green Park nella West Virginia e il Parkes nel New South Wales) e l’Automated Planet Finder Telescope del Lick Observatory, un sistema laser in grado di captare la stessa quantità di luce emessa da una lampadina proveniente da una stella distante 4 anni luce. Al progetto partecipa un team di 25 scienziati tra cui gli astronomi Martin Rees e Geoff Marcy, il fondatore del Seti Frank Drake e il celebre fisico Stephen Hawking. L’obiettivo del progetto è quello di coprire una parte di spazio 10 volte più ampia e 100 volte più velocemente rispetto alle normali attività del Seti. Inoltre, verranno analizzati circa 10 miliardi di radiofrequenze  in contemporanea. Le informazioni raccolte e le analisi di Breakthrough Listen saranno disponibili in formato open data su SETI@home.

“Da qualche parte nel Cosmo forse una vita intelligente sta guardando le nostre luci, consapevole del loro significato”, ha dichiarato Stephen Hawking. Lo scienziato, che guarda con sospetto all’avvento dell’intelligenza artificiale, ha però sottolineato che i contatto con gli alieni potrebbe non essere necessariamente un fatto positivo e ha ricordato come la storia umana ci insegna che quando due civiltà si incontrano quella tecnologicamente più avanzata spesso prevale sull’altra.

Leggi anche:  Come cambia la progettazione dei data center del futuro in risposta alle esigenze dell’AI