Un ateneo USA ha creato un nuovo materiale che dissolve i circuiti elettronici grazie a un segnale esterno e risolve così il problema dei Raee
Uno dei problemi legati a dispositivi elettronici come smartphone e tablet è legato al loro non corretto smaltimento. Tonnellate di materiali preziosi e riutilizzabili non vengono riciclati e finiscono quindi in discarica, cosa che provoca danni all’ambiente e una perdita economica non indifferente. Un gruppo di ricerca dell’università dell’Illinois ha trovato una soluzione che potrebbe risolvere definitivamente la questione dei rifiuti elettronici, i cosiddetti Raee. In Italia la raccolta e lo smaltimento di questi scarti è in costante crescita ma serve uno sforzo ulteriore per non danneggiare l’ambiente.
Niente più Raee con lo smartphone che si autodistrugge
Un team multidisciplinare dell’ateneo statunitense ha creato un nuovo materiale fluido che consuma in automatico i circuiti elettronici una volta concluso il loro ciclo di vita. L’autodistruzione viene innescata da un segnale a radiofrequenza che, scaldando un particolare componente, avvia lo scioglimento del materiale fino alla sua completa dissoluzione in meno di 20 secondi. In questo modo è possibile recuperare i metalli preziosi contenuti nel circuito senza particolari difficoltà. Per realizzare questo progetto il team di Scott R. White, docente di ingegneria aerospaziale, ha collaborato con quello di John A. Rogers, che da anni lavora nella ricerca di materiali che si dissolvono in acqua per impianti biomedici.
“Abbiamo dimostrato che l’elettronica c’è quando ne abbiamo bisogno e sparisce quando non ci serve più. – ha spiegato White – Questo è un modo per creare la sostenibilità nei materiali che vengono utilizzati dall’elettronica moderna. È stato il nostro primo tentativo di utilizzare uno stimolo ambientale per innescare la distruzione”.
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