Come Facebook, Twitter, Google e gli altri big della rete, anche il servizio di messaging realizza il documento in cui quantifica le richieste dei governi
La scorsa settimana Snapchat ha pubblicato il suo primo rapporto di trasparenza in cui spiega quanti e quali governi sono più attivi nel chiedere informazioni rispetto agli utenti. Secondo i dati che coprono un periodo tra il 1 novembre del 2014 e il 28 febbraio del 2015, Snapchat ha ricevuto 375 richieste per 666 utenti negli Stati Uniti, la maggior parte per citazioni o mandati di perquisizione. In Europa sono Francia e Regno Unito i paesi con le attività che destano maggiore interesse per i governi anche se con numeri nettamente inferiori agli USA: 9 richieste per la Francia e 7 per il Regno Unito.
Nuovo corso
Snapchat ha spiegato che produrrà un report due volte all’anno per informare i suoi iscritti di tutto ciò che interessa le forze dell’ordine americane e internazionali. L’obiettivo non è quello di permettere ai criminali di farla franca ed evitare alcuni comportamenti ma di donare al mondo una piattaforma che sia realmente trasparente, dove venga monitorato chi rappresenta una minaccia per la comunità di iscritti senza che questa sia considerata un database in cui la polizia può pescare a mani libere senza alcun motivo o parvenza di colpevolezza. Il primo dei due report annuali verrà rilasciato a giugno per fare il punto della situazione esattamente a metà dell’anno solare. Secondo il team di Snapchat, quello pubblicato nei giorni scorsi rappresenta un assaggio di come verrà strutturato il rapporto completo, dotato di una visione più ampia sulle domande di accesso alle informazioni personali mosse dalle autorità di tutto il mondo.