Al via il Piano banda ultralarga: 6 mld per la fibra ottica

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Il Cdm ha dato l’ok al Piano banda ultra larga, che prevede di diffondere la fibra ottica nel Paese con un finanziamento di 6 miliardi di euro

L’Unione Europea ha messo in luce l’imbarazzante ritardo italiano nell’adozione delle tecnologie digitali. Per recuperare il gap con gli altri membri Ue, al nostro Paese serve una Rete efficiente e veloce e oggi è stato fatto un piccolo passo avanti in tal senso. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al Piano banda ultralarga, che prevede un investimento di 6 miliardi di euro entro il 2020 per la creazione di una infrastruttura di rete che diffonda la fibra ottica. Saranno poi “gli operatori a scegliere la tecnologia più efficiente” per realizzarla, ha assicurato il ministro dello sviluppo Federica Guidi. L’obiettivo finale è sconfiggere il Digital Divide raggiungendo l’85% delle case degli italiani con una velocità di 100 mega entro 5 anni.

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Renzi: “La banda ultralarga è l’abc”

Il premier Matteo Renzi ha annunciato l’approvazione del Piano banda ultralarga sottolineando come questo sia arrivato dopo “percorso di ascolto e confronto con le istituzioni europee” e che “la comunicazione sulla banda ultralarga in Consiglio dei ministri rappresenta l’abc del nuovo alfabeto economico del Paese”. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Graziano Delrio, ha invece espresso tutta la sua soddisfazione per il piano di finanziamenti provenienti da più enti (privati, Regioni, Ministeri) che rappresenta “un mix e un tentativo di mettere a unità una serie di competenze e risorse in un quadro strategico che permetta questo Paese finalmente di fare la sua rivoluzione digitale, e raggiungere gli obiettivi dell’Agenda Europea”.

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Le risorse per la banda ultralarga

Nei prossimi 7 anni, gli investimenti nella banda ultralarga potrebbero inoltre crescere ben oltre i 12 miliardi di euro. Dai fondi strutturali per il 2012-20 si possono ottenere 2,2 miliardi di euro mentre dai Fondi per lo sviluppo e la coesione (FSC), ex Fondi per le aree sottoutilizzate (FAS), si possono ricavare fino a 4 miliardi. A tutto ciò si sommano i possibili 7 miliardi di euro nell’ambito del piano Junker. Il Consiglio dei ministri ha comunque sottolineato che l’apporto dei privati è fondamentale. Vodafone, che ha investito 3,6 miliardi di euro nel 4G italiano, è stata la prima a farsi avanti. “Vogliamo partecipare attraverso aumenti di capitale con una quota rilevante nel veicolo che sarà individuato, in una partnership pubblico privato, in cui nessun operatore dovrà avere la maggioranza e con la presenza di un soggetto terzo, come Cassa Depositi e Prestiti in ruolo di guida e garanzia”, ha dichiarato l’AD di Vodafone Italia, Aldo Bisio.