Il CEO di Uber Travis Kalanick ha promesso 50mila nuovi posti di lavoro nei Paesi Ue se raggiungerà un accordo con governi e istituzioni
Uber, il cui fatturato è arrivato a 10 miliardi di dollari in meno tampo di Facebook, è sicuramente fra le startup più in crescita del momento insieme a Xiaomi. In Europa però il problema principale per il servizio di noleggio con conducente è quello di andare a scontrarsi con le regolamentazioni dei singoli Paesi, che in più occasioni hanno cercato di porre un freno al suo operato.
Uber è stato bandito per qualche tempo in Belgio, Francia, Olanda, Regno Unito, Germania e Spagna e i tassisti di tutto il Continente hanno indetto scioperi per protestare contro quella ritengono una concorrenza sleale. Anche a Milano e Genova le auto bianche sono scese in piazza contro UberPop, che nel capoluogo lombardo è diventato più economico.
In occasione di una conferenza a Monaco, il CEO di Uber Travis Kalanick ha voluto cercare di avvicinarsi ai governi ed istituzioni europee promettendo di nuovi posti di lavoro, una vera manna in tempo di crisi economica.
Uber: “Se troveremo un’intesa arriveranno 50mila posti di lavoro in Ue nel 2015”
Kalanick ha promesso che se le istituzioni collaboreranno ci saranno vantaggi per tutti. “Uber – ha spiegato l’AD – ha già creato 7.500 posti di lavoro a tempo pieno a San Francisco, 13.750 a New York, 10mila a Londra e 3.750 a Parigi” e “se saremo in grado di concretizzare questo accordo creeremo 50mila nuovi posti di lavoro nell’Ue nel 2015”.
Il CEO e fondatore quindi auspica che i governi e la sua azienda, che recentemente è stata accusata di spiare le persone sedute nelle sue vetture, possano lavorare assieme per fare “del 2015 un anno in cui si stabilirà un nuovo partenariato con le città europee, e in cui si spinge per garantire quell’innovazione […] che porterebbe benefici economici enormi per le città e le loro economie”.