Google: “Nessun allarme terrorismo su YouTube”

Terrorismo, Google ammette: "Non possiamo controllare ogni video di YouTube"

La Francia ha chiesto ai colossi del web un aiuto per frenare la propaganda terroristica in Rete. YouTube afferma che è impossibile un controllo preventivo

Recentemente i social network e le piattaforme di video sharing sono state accusate di essere un veicolo per la propaganda terroristica. Facebook ha sempre negato questa eventualità mentre Google ha sottolineato che è impossibile controllare preventivamente ogni video che viene caricato su YouTube e che le norme della sua community servono proprio a frenare la diffusione di contenuti offensivi.

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In occasione del meeting ALDE (Alliance of Liberals and Democrats for Europe) organizzato presso il Parlamento europeo, il Public Policy Manager di Big G, Verity Harding, ha confermato che non c’è nessun allarme terrorismo su YouTube e sarebbe impraticabile visionare in anticipo ogni filmato che passa per la sua piattaforma di video sharing. Ogni minuto su YouTube, che pare abbia messo sotto contratto i suoi youtuber più seguiti, vengono caricati oltre 300 ore di video. “Sarebbe come filtrare una telefonata prima che sia fatta”, ha sottolineato la manager.

La Francia vuole che le aziende del web siano attive contro il terrorismo

La polemica sul terrorismo nasce da un’iniziativa del Governo francese, che ha redatto una proposta di legge che imporrebbe ai provider e ai colossi del web la responsabilità di bloccare l’incitamento all’odio sui propri servizi.

“I grandi operatori, e sappiamo bene chi sono, non potranno più chiudere gli occhi se verranno considerati complici di cosa ospitano.  – ha dichiarato il presidente Francois Hollande – Dobbiamo agire a livello europeo e internazionale per definire un quadro giuridico in modo che le piattaforme Internet che gestiscono i social media vengano considerate responsabili e che possano essere sanzionate”.

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In Italia una proposta come quella francese non sarebbe in teoria attuabile. A seguito della sentenza del caso Vividown, in cui alcuni manager di YouTube erano accusati di non aver rimosso per tempo un video di violenze su un ragazzo con handicap, la Corte di Cassazione ha stabilito che la piattaforma di Google non è responsabile di ciò che viene caricato sulla sua piattaforma. YouTube dal canto suo ha messo in piedi un sistema di segnalazioni per bloccare tempestivamente i video ritenuti offensivi.

Gilles De Kerchove, numero uno dell’antiterrorismo Ue, ritiene che gli Stati membri debbano inviare i propri esperti ai colossi del web per aiutarli nel monitorare i contenuti a rischio: “Ogni paese dell’Unione Europea dovrebbe avere una task forse specializzata in questo tipo di operazioni. Si può pensare ad una legge ma temo che sarebbe un’impresa mostruosa”.