In uno scambio di email ci sarebbe il piano per oscurare alcuni siti mostrati dai risultati di ricerca di Google. Ecco il motivo
Nella giornata di ieri, Google ha attaccato il mondo di Hollywood e il procuratore generale di stato con l’accusa di voler censurare alcuni siti internet senza una legge specifica. Le dichiarazioni di Big G arrivano dopo la diffusione da parte degli hacker GOP di una serie di conversazioni scambiate tra Sony e la Motion Picture Association of America, che coinvolgono anche il procuratore. Secondo Google, i soggetti in campo avrebbero tentato di raggiungere un accordo su una forma di censura della rete senza passare per le vie burocratiche previste dalla legge, tra cui il via libera della Camera e del Senato. Stando alle dichiarazioni di Kent Walker, consigliere generale di Google, l’Associazione avrebbe puntato il dito proprio contro Google.
Lotta alla criminalità digitale
Walker cita uno scambio di email tra alte cariche di Sony in cui si parla dello sforzo per bloccare siti web che permettono la diffusione di contenuti protetti dal diritto d’autore. Nella questione, anche non direttamente, si inserisce Jim Hood, procuratore generale del Mississipi che, in un’altra serie di email, accusa Google di commettere diversi misfatti per i quali era già pronta una bozza di intervento compilata dallo studio legale della Motion Picture Association of America. Hood si è difeso ammettendo di aver lavorato con diverse compagnie, per vari motivi, tra cui il traffico di droga e la pedopornografia diffusa in rete ma senza un bersaglio preciso. “Se un sito contiene il 90% di materiale illegale non dovrebbe apparire nei risultati di ricerca – ha detto – stiamo lavorando da tempo su problematiche del genere e Google ne è pienamente a conoscenza”.