Spinger si accorda con Google sui contenuti

Spinger scende a patti con Google

Springer, l’ultimo degli editori che chiedeva a Google di essere pagato per apparire sul motore di ricerca, si accorda con Big G

Come è successo agli editori francesi anche quelli tedeschi alla fine si sono arresi a Google. I media teutonici si erano ribellati a Big G chiedendo all’Ue di non accettare la proposta sul nuovo sistema di posizionamento dei siti da parte di Mountain View. Inoltre, gli editori pretendevano di essere pagati per apparire nelle ricerche di Google Search. Dopo un lungo tira e molla, anche l’ultimo dei ribelli si è arreso a Google.

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Gli editori si arrendono a Google

Google nelle scorse settimane aveva ridotto sommari, stralci dei testi ed eventuali immagini di presentazione di 170 siti di quotidiani tedeschi per spingerli a cercare un accordo. La prova di forza dell’azienda di Mountain View ha avuto un effetto devastante sugli affari degli editori ribelli, che sono stati quindi costretti a scendere a patti. Spinger, che cura la pubblicazione di testate importanti come Bild e Weldt, ha confermato di aver avuto un calo degli accessi da Google Search pari al 40% e addirittura dell’80% da Google News.

L’ultimo in ordine di tempo a capitolare è stato proprio Spinger, che alla fine ha concesso a Google la possibilità di ripubblicare i suoi contenuti online gratuitamente.

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