Secondo una ricerca condotta da Coleman Parkes e commissionata da Ricoh, i dirigenti del Settore dell’Istruzione si aspettano di raggiungere la maturità digitale entro i prossimi due anni. Aule tecnologicamente avanzate e percorsi di apprendimento online sono gli aspetti su cui si concentra il settore. Lo studio mette però in evidenza la presenza di alcuni ostacoli sul cammino verso la maturità digitale
Il Settore dell’Istruzione superiore è il più preparato alla transizione dall’era della trasformazione digitale alla maturità digitale. Questo è quanto emerge dalla più recente ricerca condotta da Coleman Parkes e commissionata da Ricoh Europe. Dai risultati emerge che la maggioranza dei dirigenti del settore (80%) considera la maturità digitale una priorità rispetto ai colleghi di altri settori . Inoltre, i dirigenti si aspettano di raggiungere la maturità digitale entro i prossimi due anni: il 34% ritiene di completare la transizione entro il 2016 e il 71% entro il 2019. La maturità digitale si realizza quando un’organizzazione utilizza strumenti avanzati e tecnologie per migliorare i risultati di business, sviluppa in maniera continua iniziative IT e gestisce i processi digitalmente.
L’importanza attribuita alla maturità digitale è probabilmente collegata all’opportunità di attrarre nuovi studenti grazie ad aule tecnologicamente avanzate e alla possibilità di accedere a contenuti formativi online. Rispetto ad altri mercati quello dell’istruzione ha il maggior numero di intervistati (23%) secondo cui la possibilità di aumentare il vantaggio competitivo è il principale scopo della maturità digitale. Gli altri vantaggi citati dagli intervistati includono:
• Miglioramento dei processi di business (19%)
• Semplificazione dell’accesso alle informazioni (17%)
• Velocizzazione delle attività (12%)
I risultati mettono però in evidenza alcuni ostacoli sul cammino verso la maturità digitale. Nel Settore dell’Istruzione le iniziative digitali comportano sfide di tipo economico e connesse alla trasformazione culturale.
Gli intervistati hanno indicato i costi come uno degli ostacoli principali: il 48% li considera come il maggiore problema sulla via della maturità digitale. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che il Settore dell’Istruzione è spesso soggetto ai maggiori vincoli di spesa avendo a disposizione budget limitati per gli investimenti in persone, strutture e tecnologie. Il rapporto dell’OCSE “Education at a Glance” del 2013 ha evidenziato un crollo negli investimenti pubblici a favore delle istituzioni scolastiche in diverse nazioni europee tra cui Italia, Portogallo, Spagna e Regno Unito.
L’importanza attribuita alla maturità digitale in termini di vantaggio competitivo è confermata dal diretto coinvolgimento degli alti dirigenti del settore nello sviluppo delle iniziative digitali. Il 62% si dice infatti interessato a sviluppare ulteriormente queste iniziative. Tuttavia, nel Settore dell’Istruzione, secondo solo al settore pubblico, esiste la più bassa percentuale di intervistati con idee chiare su come raggiungere la maturità digitale (71%).
Questa mancanza di chiarezza può essere attribuita al fatto che in questo settore si fa maggiore affidamento sulle competenze interne. Secondo la ricerca la maggior parte dei dirigenti del settore ritiene che per raggiungere la maturità digitale sia fondamentale la collaborazione con un partner esterno.
La ricerca evidenzia anche le difficoltà legate alla gestione del personale con vari livelli di “cultura digitale” e l’importanza fondamentale che riveste la capacità dei dirigenti di comunicare con chiarezza la propria visione strategica. Quasi la metà (48%) ha sottolineato la difficoltà incontrata nello spiegare al personale i vantaggi del mondo digitale, mentre il 43% ha citato come elemento critico la capacità di modificare il proprio modo di lavorare per tenersi al passo con le nuove tecnologie.
Carsten Bruhn, Executive Vice President di Ricoh Europe, ha dichiarato: “Le aule tecnologicamente avanzate, l’insegnamento da remoto e il ricorso sempre più diffuso ai corsi online (MOOC) dimostrano che il futuro dell’istruzione è digitale. Il problema per i dirigenti del settore è riuscire a progettare un futuro digitale per la propria istituzione e fare in modo che le persone e i processi vengano considerati nell’ambito di questa visione”.
“Grazie alle lavagne interattive, già presenti in molte aule e all’uso sempre più diffuso dei dispositivi portatili da parte degli studenti, nei prossimi cinque anni le esperienze collaborative in tempo reale diventeranno la norma. Tuttavia, gli effetti del digitale non riguardano solo le aule e l’insegnamento online, ma anche l’ottimizzazione dei processi e l’aumento dell’efficienza. Il fatto di poter contare su un’infrastruttura digitale affidabile ed efficiente e sul supporto di un partner tecnologico è fondamentale per sfruttare al meglio le risorse di budget limitate e per restare competitivi in un ambiente nel quale le capacità digitali sono in costante evoluzione”.