Melanoma, diagnosi preventiva con un’app “made in Italy”

Melanoma, diagnosticarlo con un App “made in Italy”

Il melanoma, considerato uno dei tumori più aggressivi in termini di mortalità e di cui solo in Italia si registrano ogni anno 14 casi ogni 100mila uomini, potrà essere diagnosticato grazie ad un App per smartphone presentata nell’ambito di un Congresso nazionale di dermatologi a Benevento e realizzata da due italiani

Nell’attesa del laser che diagnosticherà i tumori della pelle, due docenti dell’ Università Federico II di Napoli, Gabriella Fabbrocini e Sara Cacciapuoti, in collaborazione con tre colleghi dell’Università di Salerno – Paolo Sommella, Antonio Pietrosanto e Consolatina Liguori, hanno ideato e realizzato un’applicazione in grado di individuare le lesioni sospette della pelle, che presentano rischi di traformarsi in neoplasie. “Vogliamo aiutare soprattutto i dermatologi non esperti in dermoscopia – ha spiegato la dottoressa Fabbrocini – e i risultati ottenuti ci consentono di affermare che il sistema può avvicinare la loro accuratezza diagnostica a quella di un dermatologo esperto”.

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Un valido sussidio

L’efficacia di questa innovativa applicazione, come si legge nella rivista Jama – Dermatology, è stata testata da circa cento dermatologi, con risultati soprendenti, anche se ci sono ancora margini di perfezionamento.

3 su 4 App messe a punto hanno un margine di fallibilità del 30% dei casi. Va ricordato però che lo strumento non ha la pretesa di dare responsi con rigore scientifico, ma vuole essere un valido sussidio per l’utente e per il paziente:

“A dispetto degli avvisi – spiegano gli autori della ricerca – molti utilizzatori potrebbero pensare di fare a meno del parere del medico. Poiché una percentuale sostanziale dei melanomi è rilevata inizialmente dai pazienti, l’effetto potenziale di queste applicazioni è particolarmente rilevante”.

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Attenzione ai tatuaggi

Inoltre ci sono alcuni casi, come quando sono presenti tatuaggi, in cui la diagnosi risulta particolarmente ostica.  “Per poter intervenire efficacemente – spiega Fabio Arcangelo, direttore dell’Unità operativa di Dermatologia dell’Ospedale Bufalini di Cesena – è fondamentale scoprire il tumore della pelle in fasi molto precoci. Con i tatuaggi troppo grandi, invece, si rischia di scoprirli troppo tardi, a volte a distanza anche di diversi anni. Può sembrare un’evidenza, ma pochi ragazzi nello scegliere di farlo ne valutano le conseguenze future. Sono preferibili tatuaggi di piccole dimensioni per la migliore sorveglianza dello stato di salute della pelle, evitando colori come bianco e giallo, perché molto difficilmente rimovibili con le tecnologie laser che abbiamo”.