Continua il contenzioso fra Apple e Zhizhen Network Technology su Siri. L’azienda cinese accusa la Mela di aver sfruttato in modo illecito un suo brevetto per creare l’assistente vocale e un tribunale sembra darle ragione
Nel 2012 l’azienda cinese Zhizhen Network Technology aveva accusato Apple di aver sfruttato illecitamente un suo brevetto per la realizzazione dell’assistente vocale Siri. Oggi la telco orientale ha segnato un punto a suo favore che ha costretto la Mela, che comincia a temere la crescita repentina di Xiaomi, a correre ai ripari. Un tribunale di Pechino ha confermato che il patent del 2004 di Zhizhen Network Technology che si riferisce al software Xiao i Robot è perfettamente valido.
Siri è un plagio di Xiao i Robot?
Il contenzioso su Siri si è aperto due anni fa quando Zhizhen Network Technology aveva chiesto ad un tribunale di Shanghai l’ottenimento di un accordo di ricerca e un sostanzioso risarcimento da parte di Apple per il patent violato, accettato dalle autorità locali nel 2006 e sviluppato inizialmente per le chat di MSN e Yahoo!. Nel 2013 l’azienda cinese aveva chiesto il blocco delle vendite di tutti i dispositivi con Siri integrato mentre Apple aveva richiesto all’ufficio brevetti di Pechino l’annullamento del brevetto di Xiao i Robot. Dopo un primo responso negativo, la Mela aveva rinnovato la sua richiesta nel 2014 presso la giustizia ordinaria. Oggi il tribunale di Pechino ha nuovamente respinto la richiesta dell’azienda di Cupertino, che ha migliorato la sicurezza di iCloud.
[blockquote style=”4″]”Sfortunatamente non eravamo a conoscenza del brevetto di Zhizhen prima di presentare Siri e non crediamo di sfruttare questo titolo indebitamente” ha spiegato una portavoce di Apple.[/blockquote]
Il colosso della Silicon Valley pare sia intenzionata a ricorrere in appello ma lascia la porta aperta ad un accordo con Zhizhen Network Technology come è successo per la class action contro il cartello degli e-book.
[blockquote style=”4″]”La cosa più importante è assicurare che a Zhizhen vengano riconosciuti i propri diritti – ha sottolineato il legale della società cinese – L’azienda non ha formulato una precisa richiesta economica, e alla fine potrebbe essere che le due parti riescano a cooperare per risolvere il problema e ottenere un risultato che rappresenti una vittoria per entrambe”.[/blockquote]