Octopus e PoseiDRONE sono due robot sviluppati in Italia che grazie al corpo flessibile imitano i movimenti del polpo alla perfezione
La robotica italiana, che ha dimostrato di essere all’avanguardia anche grazie alla vittoria di un nostro ricercatore al Georges Giralt Award 2014, continua a stupire il mondo. Octopus e PoseiDRONE, due robot ispirati al polpo progettati dagli ingegneri del dipartimento di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, hanno persino attirato l’attenzione del prestigioso New York Times. I due androidi simili ai cefalopodi sono stati realizzati grazie ai fondi dell’Unione Europea, che ha finanziato altri 225 progetti ambientali nell’ambito del programma LIFE+, presso i laboratori dello “Scoglio della Regina” di Livorno, uno storico belvedere trasformato in un centro all’avanguardia nel settore dell’hitech.
Octopus e PoseiDRONE: i robot morbidi e flessibili per muoversi con destrezza
Octopus e PoseiDRONE sono le prime creature artificiali marine e al contrario di altri robot, che solitamente presentano una struttura rigida, sono stati costruiti con materiali morbidi e flessibili per imitare al meglio i movimenti del polpo. Il team di Cecilia Laschi, direttore vicario dell’Istituto di BioRobotica, ha studiato per anni i polpi per “carpire i segreti che nascondono la sua destrezza” e “riprodurli in una nuova tipologia di robot marini dal corpo morbido”. In futuro Octopus e PoseiDRONE Potranno essere utilizzati per complesse operazioni sottomarine come la pulizia dei fondali oceanici e la loro esplorazione, il monitoraggio delle acque e persino per operazioni di soccorso.
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Non è la prima volta che la robotica tenta di imitare il mondo animale per migliorare le nostre vite. Nel mondo sono stati sviluppate macchine piccole come insetti dalle svariate funzioni e nei laboratori svizzeri dell’Ecole Polytechnique Fedèrale di Losanna è stato costruito Cheetah-Cub, un robot dotato di un sistema di gestione dei movimenti talmente avanzato da permettergli di raggiungere velocità superiori a quelle del ghepardo.