La Cina perquisisce le sedi Microsoft nel Paese

Perquisite le sedi Microsoft in Cina

Le autorità cinesi hanno perquisito le sedi locali di Microsoft nel Paese. Potrebbe trattarsi di un’operazione di antitrust o un controllo anti-spionaggio

Il Governo cinese, che ha bandito Windows 8 dai PC dei propri dipendenti, ha di nuovo Microsoft nel mirino. Le autorità del Paese hanno perquisito le sedi dell’azienda guidata da Satya Nadella, che ha annunciato il taglio di 18mila lavoratori entro il prossimo anno, a Pechino, Shanghai, Canton e Chengdu. I motivi di questa operazione non sono stati ancora svelati ma la stessa azienda di Redmond, che in uno spot pubblicitario ha elogiato le funzioni di Cortana e sminuito quelle di Siri, ha confermato di essere sotto indagine.

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[blockquote style=”4″]”Il nostro intento è creare prodotti che garantiscano le funzioni, la sicurezza e l’affidabilità che gli utenti desiderano – ha spiegato un portavoce locale di Microsoft a Reuters – e siamo felici di rispondere alle domande del governo”.[/blockquote]

La Cina diffida di Microsoft e degli USA in generale?

I motivi delle perquisizioni delle sedi cinesi di Microsoft da parte delle autorità locali non sono noti ma in Rete fioccano le speculazioni. Lo scandalo Datagate ha aumentato enormemente la diffidenza di Pechino nei confronti delle aziende statunitensi. A ciò si aggiunge il fatto che  a ciò si aggiunge che fra i due Paesi è in corso una vera e propria “cyberguerra fredda“. Washington, che deve vedersela anche con l’ostilità della Russia dopo l’annessione della Crimea, ha in sostanza promosso un embargo dei prodotti tecnologici cinesi e il Partito ha fatto lo stesso con quelli americani. Entrambe le nazioni temono di venire spiati attraverso le operazioni commerciali delle rispettive aziende. Non è quindi un caso che in passato la NSA abbia spiato Huawei perché convinta che offrisse appoggio agli hacker governativi cinesi.

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Un’altra ipotesi è che si tratti di un’operazione dell’antitrust volta a verificare se il mercat0 sia ancora concorrenziale come quella che ha riguardato Qualcomm, che ha inserito i soui processori nei primi smartphone LTE Advanced Category 6.