Arriva il progetto “Chat Yourself”, il primo chatbot che supporta i malati avvalendosi dell’intelligenza artificiale
Le prime fasi dell’Alzheimer possono essere molto difficili sia per i malati che per le famiglie. Ecco perché il progetto ‘Chat Yourself’ grazie all’intelligenza artificiale ha pensato ad assistenti virtuali per aiutare le persone che devono affrontare questa patologia che affligge 600mila italiani e che secondo un recente studio potrebbe essere causata dal virus dell’herpes.
Questo argomento è stato oggetto di discussione al Ministero della Salute in occasione dell’incontro ‘Alzheimer, non perdiamolo di vista’, organizzato da Italia Longeva, la Rete nazionale di ricerca sull’invecchiamento e la longevità attiva del Ministero della Salute che sta sostenendo anche il progetto “Chat Yourself”, ora disponibile anche su Facebook.
Una memoria a portata di smartphone
E’ partita anche una campagna social che vede in prima linea esperti e familiari e, da settembre – anticipando la Giornata Mondiale dell’Alzheimer che si celebra il 21 settembre – anche da testimonial del mondo della cultura e dello spettacolo. L’idea è quella di avere una ‘memoria di riserva’ sempre a portata di smartphone, che aiuti i malati in qualunque momento della giornata. Chat Yourself memorizza tutte le informazioni relative alla vita di una persona, restituendole su richiesta all’utente tramite Messenger, dando anche la possibilità di impostare notifiche personalizzate (ad esempio per ricordare di prendere i medicinali). Nato da un’idea di Y&R, con il supporto tecnico di Nextopera e di Facebook, il sistema è stato perfezionato grazie ad un team di neurologi, geriatri e psicologi per rispondere in maniera più efficace alle esigenze dei pazienti ed è disponibile e accessibile a tutti gratuitamente sulla pagina Facebook di Chat Yourself (@chatyourselfitalia).
Roberto Bernabei di Italia Longeva spiega che questa patologia “oggi interessa quasi il 5% degli over-65, ma secondo le proiezioni elaborate dall’ISTAT nel 2030 la percentuale si triplicherà e saranno colpiti dalla malattia ben oltre 2 milioni di pazienti. In attesa di cure efficaci contro l’Alzheimer, una strada percorribile nelle prime fasi dopo la diagnosi è proprio quella di sfruttare le risorse della tecnologia”.