La Terza Piattaforma dove sta andando?

Rizzotto Fabio_Idc

La sua transizione da “technology platform” a “business innovation platform” ne consacra la definitiva appropriazione da parte di tutti i settori industriali che – grazie anche agli “innovation accelerators” identificati da IDC – stanno gettando le basi per futuri modelli di business

Nel 2015, assisteremo alla fase più significativa della Terza Piattaforma.Dei suoi quattro paradigmi portanti (Social, Mobile, Cloud, Big Data Analytics) abbiamo più volte parlato. Nuove frontiere tecnologiche stanno emergendo e sarebbe riduttivo non analizzarle in un contesto organico, guardare a interdipendenze e relazioni. Da qui in avanti, a determinare gli step evolutivi della Terza Piattaforma e la sua capacità di penetrazione nel tessuto economico contribuiranno in particolare secondo IDC gli “innovation accelerators”. Ecco un passaggio molto rapido sui principali.

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Internet of Things – Viene considerato uno dei più importanti “innovation accelerators” per l’espansione e la crescita sia dell’industria ICT sia di molti altri settori che saranno rivoluzionati nella propria value chain (smart-cars, cities, buildings, energy, homes, industrial equipment, wearables etc.).

3D printing – In attesa dell’ingresso in una fase di maggiore maturità, il 3D printing ha già dato prova di sé: nel 2015, la spesa in prodotti ottenuti tramite lavorazioni 3D a livello mondiale crescerà del 27% fino a 3,4 miliardi di dollari ed entro il 2020, secondo IDC, il 3D printing gestirà in modalità “produce on demand” più del 10% degli acquisti consumer.

Optimized security – I nuovi scenari rendono inevitabile un cambiamento della sicurezza. La “3rd Platform-optimized security” è l’evoluzione delle tecnologie e dei servizi di sicurezza, adattati, arricchiti e in grado di garantire protezione e continuità operativa di sistemi e informazioni molto più complesse e “massive” rispetto al passato. Già nel 2015, assisteremo a un’evoluzione sia relativamente agli ambienti mobile sia agli ambienti cloud e data storage, oltre a una crescente adozione di security intelligence per le applicazioni big data.

Cognitive systems – Dai digital assistant fino ai sistemi di intelligenza artificiale, i sistemi cognitivi possono coniugare capacità di calcolo con capacità di analisi e interazione con il linguaggio umano, in grado di osservare, apprendere, analizzare, offrire suggerimenti in moltissimi ambiti applicativi (si pensi a monitoraggio e alert automatizzati dei rischi di customer churn, piuttosto che a raccomandazioni su decisioni da prendere in scenari di rischio).

Pervasive roboticsQuello che appare come futuristico sta prendendo forma in molti ambiti a livello globale. Assisteremo a una diffusione di tecnologie e conoscenza tramite impiego di robotica (dagli ambienti domestici alle attività commerciali) piuttosto che nei processi di video making o trasporto (es: droni), fino alle “self-driving cars”.

Natural interfaces – L’interazione tra persone e sistemi è stata già rivoluzionata dai “touch screen”. La corsa tecnologica prosegue sia sotto il profilo delle caratteristiche dei prodotti (es: dalle tv a schermo curvo ai display flessibili) ma soprattutto in termini di capacità di interagire con l’utente in maniera sempre più intelligente (stimolando e coinvolgendo linguaggio, vista, movimenti…).

L’accelerazione Dall’IT al business – Questi sono alcuni esempi di innovazione che segnano il definitivo passaggio della Terza Piattaforma dall’IT al business e dall’ICT a ogni settore economico. Mai come in tempi di crisi si era assistito a un’accelerazione nella ricerca di nuove fonti di revenue che sta aprendo a nuovi modelli di impresa. Secondo IDC, un terzo dei leader di mercato in molte industrie sarà soppiantato entro il 2018 da altri attori – nuovi entranti o esistenti – che faranno leva sulla Terza Piattaforma e sugli “innovation accelerators” per trasformare supply chain, go-to-market, modelli di costo/ricavo. Basta fare qualche esempio di cosa bolle in pentola. Nel settore finanziario, stiamo assistendo alla nascita di sistemi alternativi di pagamento. Secondo IDC, nel giro dei prossimi due anni, il 2% dei pagamenti globali sarà gestito da sistemi social e peer-to-peer (incluso l’esempio Bitcoin).

Le amministrazioni pubbliche avranno l’opportunità di giocare un ruolo primario nello sviluppo di “smart cities” abilitando nuovi ecosistemi di business in ambito sicurezza, trasporti, lavori pubblici, mobilità e viabilità, comunicazioni. Il mondo del fashion, del retail e della grande distribuzione utilizzeranno sempre più i cosiddetti “location-based services (LBS)”, ovvero servizi geolocalizzati per arricchire la capacità di relazione e vendita con il mercato, ovvero abilitare la customer experience digitale, integrando con nuovi modelli di engagement i quattro paradigmi cloud, analytics, mobile, social. Evidenze che rendono ancora più netto il distacco tra tecnologie e innovators della Terza Piattaforma e le logiche della Seconda Piattaforma (che ha caratterizzato il mondo tra gli Anni 80 e il 2000). Secondo IDC, a livello globale la spesa ICT crescerà del 3,8% nel 2015 fino a 3.800 miliardi di dollari. Quando IDC ha disegnato la Terza Piattaforma alla fine della prima decade del 2000, il peso di queste tecnologie sul totale della spesa ICT era attorno al 10%. Nel 2013, il contributo era già salito al 25% e nel 2015 IDC prevede rappresenterà circa il 33%. E, fatto ancor più significativo, nel 2015 quasi tutta la crescita della spesa ICT sarà trainata direttamente o indirettamente da questi paradigmi, mentre la spesa in tecnologie della Seconda Piattaforma inizierà a segnare il passo con trend negativi già dalla fine dell’anno in corso.

Tecnologie indossabili – Sul fronte mobile, i riflettori saranno puntati sullo sviluppo del wearable computing. Per le tecnologie “indossabili”, il 2015 sarà un anno di forte crescita (sebbene la consacrazione dal punto di vista delle applicazioni e dello sviluppo di nuove famiglie di mobile app dovrebbe manifestarsi in un arco temporale di medio periodo).

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Le mobile application saranno la norma nella relazione tra aziende e mercato in molte industrie a livello mondiale, aprendo la strada a una profonda trasformazione anche dei processi di gestione interni (amministrazione, backend). Secondo la recente IDC European Enterprise Mobility Survey, quasi il 50% delle imprese europee ha messo in atto strategie mobile e un ulteriore 36% prevede di lanciarle nel 2015.

Il cloud continuerà a evolvere, generando prime forme di consolidamento dell’offerta, ingresso di nuovi attori, nuovi fronti di competizione ma anche iniziative di partnership. Il valore dei servizi cloud in modalità public a livello mondiale dovrebbe attestarsi a circa 70 miliardi di dollari nel 2015 per crescere fino a 126 miliardi nel 2018, trainato da tutte le componenti infrastrutturali e applicative ma in particolare dal SaaS, che arriverà a rappresentare il 70% della spesa complessiva.

Trasformazione dei modelli – La trasformazione dei modelli di sourcing ha già determinato la convergenza tra cloud e servizi di outsourcing. Secondo IDC, nel 2015 circa il 20% dei contratti di outsourcing a livello mondiale sarà “cloud enabled”. La modernizzazione delle piattaforme e dei modelli di delivery da parte dei service provider in ottica cloud proseguirà a ritmo sostenuto anche grazie allo shift di risorse ICT dai data center proprietari, che continueranno comunque la propria corsa evolutiva.

Secondo IDC, entro il 2016 il 50% della capacità computazionale e il 70% della capacità di storage globali saranno installate presso i data center dei service provider. Le aziende dovranno continuare la ricerca dei modelli IT più consoni al proprio assetto di business, il quale a sua volta dovrà entrare in terreni nuovi e spesso sconosciuti. Come sempre, innovatori e leader spianeranno la strada. Più veloce sarà il coinvolgimento dei followers, più veloce sarà l’uscita di intere industrie e comparti dalla cosiddetta “comfort zone” verso nuove direzioni ancora inesplorate.

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Fabio Rizzotto, senior research & consulting director – IDC Italia