VMware: virtualizziamo tutto il sistema informativo

Potersi “portare appresso” tutto, dalle applicazioni ai server, pochi anni fa sarebbe sembrato fantascienza. Oggi grazie ad Horizon 6 diventa sempre più una realtà

Voglio poter utilizzare il mio pc, configurare un server o semplicemente utilizzare un’applicazione. Fin qui la richiesta appare più che lecita. Ma se il volerlo fare deve essere indipendente dalla mia localizzazione fisica e dai dispositivi a disponibili, allora il problema si complica notevolmente. Quello che abbiamo avuto occasione di vedere invece è proprio questo. Un qualsiasi browser, una connessione a Internet e il software VMware; in una finestra tutto il sistema informativo aziendale accessibile, sia che si tratti di un desktop, di un server o di un’applicazione. A questo punto non ha nessuna importanza quale dispositivo stia usando, se un pc, un tablet piuttosto che uno smartphone in grado di far girare un browser.

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E’ stato Andrea Bullani, country manager di VMware Italia, a raccontarci del grosso balzo in avanti fatto dalla propria azienda negli ultimi mesi, che della virtualizzazione ha fatto da sempre il proprio core business. Tra gli eventi più significativi l’acquisizione di Desktone, tecnologia che consente di erogare desktop on demand, (ad esempio i Chromebook di Google), usare infrastrutture di application delivery di F5 Networks, e quella di Airwatch (costata circa 1,5 miliardi di dollari) per la gestione dei device mobili. Acquisite anche risorse umane a elevato know-how tra cui due manager di alto livello sottratti a Citrix.

Tutto questo per arrivare a quella che viene definita “era post pc” e caratterizzata da tre pilastri principali: i software defined datacenter, gli hybrid cloud, e l’end user computing.

A illustrarci la nuova versione di Horizon, che nell’ottica VMware dovrebbe realizzare l’end user computing, anche attraverso meccanismi di DaaS (Desktop as a Service) è stato Luca Zerminiani, systems engineering manager di VMware. Sebbene dal lato server le possibilità di virtualizzazione siano molteplici e a diverso livello, quello che colpisce è il lato client. L’utente in un’unica finestra browser (un workspace unificato) si trova tutto ciò che gli necessita e chi gli è consentito utilizzare della rete aziendale. Rispetto alla precedente versione saltano subito all’occhio le applicazioni remotizzate (con un catologo apps nel caso il workplace non sia sufficiente) e i desktop basati sulla sessione, gli Rds Microsoft.

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Per quanto riguarda le macchine virtuali, è possibile sia scaricarle localmente che gestirle in remoto, anche se sembra che la seconda soluzione appaia nella stragrande maggioranza dei casi la più appetibile dal punto di vista pratico. Anche se alcune applicazioni in remoto possono sembrare a prima vista non particolarmente utili, quali il browser, è anche vero che l’utilizzo di un browser che funziona “lontano” dalla rete aziendale, può in alcuni casi considerarsi un vantaggio.

Interessante anche il fatto che il software in questione cerchi, fin dove possibile, di ottimizzare l’utilizzo di applicazioni classiche (basate su interfaccia tastiera/mouse) anche su schermi touch.

La fruizione di Horizon in modalità DaaS è possibile tanto dal cloud pubblico di VMware, quanto dai cloud dei partner, il che consente diversi livelli di personalizzazione in funzione di specifiche esigenze.