Come i governi possono trarre beneficio dalla tecnologia

Una ricerca di Mashable spiega come l’innovazione può avvicinare i cittadini a chi li governa

Nell’era dei servizi geolocalizzati, community, social media e applicazioni mobili, i governi e le amministrazioni, a partire dalle grandi città, fino ai piccoli comuni, possono svolgere il loro lavoro con maggiore efficienza e trasparenza. Come spesso accade, sono gli Stati Uniti a fornire indicazioni ed esempi innovativi nel settore. City Sourced, una startup che fornisce alle amministrazioni gli strumenti per raccogliere informazioni e segnalazioni da parte dei cittadini tramite una applicazione mobile e Code for America una no-profit che crea appositamente applicazioni e software open source per i governi, rappresentano due soluzioni adottate dal governo statunitense per avvicinarsi ai cittadini. Ma è possibile utilizzare gli stessi modelli anche per l’Italia?

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Queste due aziende fanno un punto sullo stato di tecnologia e governo. Prima di tutto, viene sottolineato quanto il campo sia nuovo. Molto si basa sulla diffusione della banda larga e sui servizi Gis (Geographic Information Systems), che prevedono Api aperte e insiemi di dati disponibili agli sviluppatori. Poi entra in gioco la mobilità, che non è solo un nuovo canale, ma un vero e proprio nuovo gruppo di utenti. I dati della Nielsen indicano che le minoranze a basso reddito hanno il doppio delle probabilità di diventare utenti mobili piuttosto che desktop. Questo fa capire l’importanza di utilizzare strumenti alternativi per allargare l’offerta di servizi pubblici anche a tali utenti.

Sulla scia della crisi economica globale, la tecnologia può aiutare le amministrazioni a spendere di meno e meglio. Non è detto che per dialogare con i cittadini si debbano costruire complicate piattaforme di comunicazione, incentrate su portali ipertecnologici e poco funzionali. Quello che è successo in Medio Oriente è l’esempio più eclatante. Si pensi a come sono stati utilizzati Facebook e Twitter per organizzare la rivolta. Tali piattaforme possono essere utilizzate, e bene, per comunicare con i cittadini, non solo durante particolari momenti politici (elezioni) ma anche durante tutta la vita amministrativa di una legislatura (che sia locale o nazionale). La necessità è quella di utilizzare lo stesso linguaggio dei social network e non quello distante e freddo della burocrazia nostrana.

Leggi anche:  Giorgia Meloni, l’innovazione come forza trasversale per la competitività e lo sviluppo del Paese

I cittadini responsabili e coinvolti possono fare la differenza e i governi possono trarre pieno vantaggio da essi per cambiare il loro modo di lavorare, tenendo in considerazione i feedback provenienti dall’esterno. Secondo le due aziende le persone, che sono dei veri e propri utenti, non partecipano attivamente alla vita sociopolitica che li circonda perché non trovano un riscontro alle loro richieste. Più che un investimento sulle strutture è necessario un investimento sulla formazione di persone che facciamo da mediatori tra i cittadini e i piani alti. Insomma la trasformazione 2.0 di una complessa rete, come quella amministrativa, non va incontro solo alle difficoltà di implementazione di strutture e piattaforme, ma necessita di un’evoluzione mentale di chi governa. Solo in questo modo si potranno acquisire metodologie di sviluppo condivise, per la costruzione di una società partecipata e partecipativa.